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Il decreto dirigenziale sulla composizione negoziata della crisi d'impresa

Immagine del redattore: Federico BertoliniFederico Bertolini

Seconda parte - La Check List


Il Decreto Dirigenziale emanato dal Ministero della Giustizia il 28 settembre 2021 (Linee guida per l’attuazione del nuovo istituto della “Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”) sottolinea come sia fondamentale per l’imprenditore predisporre in tempi brevi un Piano di Risanamento affidabile per il superamento della crisi.


Nella “Sezione II” del Decreto viene proposta una check-list operativa, utile nella redazione del Piano secondo le migliori best practices oggi esistenti. Costituisce una traccia per l’imprenditore, al quale è demandata la predisposizione del piano, e uno strumento di verifica per l’esperto che avrà il compito di verificarne la fattibilità e la coerenza con gli obiettivi di risanamento prefissati.


Il Piano di risanamento che si andrà a predisporre dovrà considerare tutte le variabili che possono influenzarne il risultato finale (leggasi il risanamento dell’impresa e la risoluzione della crisi), tenendo in considerazione elementi di base quali: la dimensione e la tipologia dell’impresa, l’attività svolta, la complessità della struttura organizzativa e il livello delle informazioni disponibili.


Elemento essenziale per poter redigere un piano efficace e affidabile è la presenza di un’organizzazione gestionale affidabile in grado di predisporre situazioni economico-patrimoniale-finanziarie costantemente aggiornate, richiamandosi sul punto il secondo comma dell’art. 2086 in materia di adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile.


Detto adeguato assetto consentirà, altresì, di monitorare costantemente e in modo efficace l’andamento del piano che, per sua natura dinamica, potrà/dovrà essere adattato con rapidità all’evolversi della situazione.


Le classiche situazioni economico-patrimoniale-finanziarie, rettificate secondo il principio di competenza, dovranno essere affiancate da prospetti di analisi più specifici, individuati secondo la specificità dell’attività dell’impresa. Utili strumenti in questo senso sono ad esempio un piano di tesoreria a sei mesi, una serie di indicatori gestionali chiave da individuare in relazione al modello di business adottato, schemi di analisi dell’anzianità dei crediti, prospetti di verifica delle giacenze di magazzino.


L’elemento dinamico del piano di risanamento, cui si fa cenno sopra, impone costantemente all’imprenditore la verifica, lungo tutto l’arco di tempo di durata del piano, delle strategie di risanamento adottate, la loro modifica e/o implementazione, coerentemente con l’obiettivo finale, fissato nel risanamento della propria azienda.

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