Un recente studio del Consiglio Nazionale del Notariato ripercorre le vicende civilistiche dello scioglimento della comunione e le necessarie conseguenze tributarie.
In particolare, viene ribadita la possibilità di sciogliere comunioni formatesi con atti diversi (acquisti e donazioni, ad esempio), suddividendo i beni fra i singoli comunisti (titolari di diritti in comune o semplici comproprietari), con un'imposta di registro minima, anche in presenza di suddivisione di immobili.
Tali atti appaiono di particolare rilievo nell'ambito delle comproprietà familiari, con molteplicità di beni e di interessi.
La procedura è complessa, ma lineare e particolarmente consolidata, risalendo ad una sentenza della Corte di Cassazione del 1947.
Il Centro Studi di Milano Commercialisti rimane a disposizione per approfondimenti sul tema.
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